In questi giorni tutti noi piangiamo la morte di Gianroberto Casalleggio, un uomo da grandi vedute, un sognatore, per alcuni solo visionario, per altri un ideologo del nostro tempo. I media nazionali si sono cimentati nel dipingere i contorni, comunque complessi. di un uomo che al palco preferiva le quinte ma che, al contempo, non rinunciava al suo posto nella stanza del… software di comando. Non l’ho mai conosciuto, anche se avrei voluto avere il piacere di parlarci e confrontarmi. Con lui come con Grillo. Il mio “esilio” in Colombia mi ha costretto a disertare incontri, dibattiti e manifestazioni, in cui sicuramente avrei potuto farlo, ma le mie vicende umane e professionali, di fatto me lo hanno impedito. Comunque, nel mio nuovo mondo, tra un attacco delle Farc in uno dei tanti “puebliti” o fotografando un mega sequestro di cocaina ho modo di seguire e informarmi sulle vicende italiane. Talvolta, come nel caso della Sardegna, ho persino la possibilità di conoscere, in quanto informato in tempo reale, cose ed eventi di cui, in qualche modo, divento persino protagonista. Tengo troppo alla mia identità di Pattadese, Olbiese, Sardo innanzi tutto: niente e nessuno potranno rubarmela. Così successe, in occasione delle elezioni regionali in Sardegna nel 2014 nella mia regione e nel resto d’Italia.
La Sardegna tutta, allora si predisponeva al confronto politico ed elettorale per la XV puntata delle sue legislature; i 5 stelle si posizionavo, in quella vigilia, con un bagaglio elettorale in termini di voti- non solo nei sondaggi- che poche Regioni potevano vantare, con il suo 28,7 percento era al quarto posto dietro Marche, Liguria e Sicilia, nel pianeta pentastellato.
Eppure, incredibilmente, i 5 stelle in Sardegna non presentarono alcuno straccio di lista.
L’indiscutibile, indiscussa e prepotente diarchia “Casaleggio-Grillo”, senza alcuna motivazione credibile decideva di regalare libertà di campo proprio a quei “poteri occulti” che, oggi pretende ed in qualche modo prova, a contrastare nel governo della nazione. In Sardegna, No. Questo loro due, Grillo ed il prematuramente scomparso Casaleggio, l’hanno volutamente evitato ed impedito a tutti Noi che avevamo creduto in questa possibilità, in questa speranza, in questo sogno.
La Duocrazia, era davvero all’oscuro di tutto?
Non ne comprendeva le implicazioni e gli irreparabili danni che si sarebbe continuato oggettivamente a perpetrare? Mi spiace, ma non ne sono convinto, credo che dietro ci fosse ben altro. Anche perché, com’è ormai chiaro a tutti (quanto meno a quelli che non hanno sostituito le fette di prosciutto agli occhi, con il simbolo del pan-grillismo cieco e fideistico) proprio la proclamata “democrazia partecipativa” è la madre di tutte le falle all’interno del movimento. Nelle primarie del 5 stelle falsificare il voto è facile.
Lo si è constatato, senza alcuna ombra di dubbio, nelle elezioni Europee sempre nel 2014, giusto ancora nelle primarie in Sardegna. Mi spiego meglio: nessuno conosceva Nicola Marini, che viveva a Londra, ed era parte del meet up Europa, salito sul palco un paio di volte per le politiche sotto indicazione dallo “staff” come rappresentante della circoscrizione “estero”. Niente di meno, niente di più. Ma tanto bastò e fu sufficiente per candidarlo.
Ancor peggio vale per Giulia Moi, la seconda più votata, grillina delle ultime ore, non vergine a candidature, a Cagliari infatti quando si candidò nelle provinciali, in una lista di sinistra, prese… 16 voti. Per lei appena qualche sporadico tour, per farsi un’idea dell’Isola o, meglio, perché gli altri sapessero che… esistesse. Insomma. praticamente mai vista, un vero ectoplasma per il movimento grillino storico Sardo.
Ma è il risultato finale a diventare estremamente anomalo. Marini al primo turno, di quelle primarie, prende 225 voti ed è quindi subito designato per correre alle elezioni nella circoscrizione estero. Nessuno (potenza della trasparenza) è stato in grado di sapere quanti voti accorsero in sostegno della Moi in quel primo turno.
Ma nell’ipotesi che, essendo arrivata seconda dietro il più votato, abbia preso anche un solo voto in meno rispetto al primo dei votati sarebbe arrivata al massimo a 224 preferenze. Succede invece che, con un potenziale, ipotetico e omaggiato per stra-eccesso di 224 voti, Giulia Moi quando si cimenta nel secondo turno insieme a tutti gli altri candidati che si disse avessero superato il primo turno – escluso Nicola Marini già eletto – arriva a raccogliere 1664 voti. Arriva prima con questa “immensità” (ovviamente per le scarne graduatorie telematiche a 5 stelle). Mah… neanche con l’aiuto di un novello gesùcristo sceso in suo soccorso avrebbe potuto moltiplicare i voti in quella maniera spropositata.
Così, per giustificare l’arcano, ci spiegarono che ai voti Sardi a favore della Moi si erano aggiunti anche i voti della Sicilia, dove evidentemente era molto popolare (???). E’ come dire che protestanti e cattolici di Belfast si fossero messi d’accordo per eleggere, insieme, il Lord Mayor.
Moi era, nel fatti nelle risultanze, una palese candidatura dall’alto. Il sospetto di molti e anche del sottoscritto è che ad “urne” chiuse una manina amica e compassionevole abbia fatto una qualche fatica a battere sulla tastiera del computer il numero 1664.
Lo staff della Duocrazia bollò ogni protesta senza, però, mai presentare alcuno straccio di documentazione per capire, quanti votarono e, ancor meglio, come si fosse votato sia nel primo che nel secondo turno; quanti voti avessero preso gli altri candidati, ma soprattutto quanti fossero quei voti alla Moi erano arrivati in “soccorso” dalla Sicilia. Anche perché, se così fosse stato avrebbe persino un senso che, questa nostra improvvisata rappresentante in Europa, faccia parte di quel gruppetto (4 su 17) che non hanno neppure superato l’eccellenza del 90% di presenze alle sedute del parlamento europeo nel 2015. Insomma, manco buona a far voto di presenza.
Tutta questa lunga premessa per raccontarvi un’intuizione, che con impegno diventa realtà: alcuni amici un tempo “storici M5S”, ma da sempre convinti cultori della democrazia telematica vera, e non solo predicata, partecipativa senza trucchi né inganni, hanno messo in cantiere un lavoro che li ha impegnati in due anni a fare quello che il “movimento” non è riuscito a fare: mettere una pezza alla falla che consente gli abusi di quanti predicano Database, ma poi praticano solo becero…Dominio.
Hanno costruito un sistema telematico che metterà ancora una volta in subbuglio il catenaccio della finta democrazia, quella che costringe “il popolo sovrano” a firmare ogni cinque anni una delega in bianco alle lobby della politica senza che queste siano vincolate da alcun controllo o giudizio da parte dei passivi elettori.
“Indirizzo e controllo dei delegati politici da parte della base elettorale”, questo è l’obiettivo finale del sistema di voto telematico del gruppo che si fa chiamare “Demodiretta” costruito per essere “a prova di tribunale” quello che il Duo aveva sempre promesso e mai attuato; il metodo “blindato” consente infatti a chiunque di votare sui quesiti proposti e di riconoscere la certificazione legale e la non duplicabilità del voto espresso.
Il sistema, realizzato senza scopo di lucro, sarà distribuito – a chi ne facesse richiesta –gratuitamente. È a disposizione delle amministrazioni locali o centrali per consentire la consultazione popolare su questioni d’interesse pubblico e sarà possibile l’adozione del marchio e del suo statuto in affiancamento a qualsiasi formazione politica a patto che queste ne rispettino il disciplinare.
I creatori di Demodiretta si presenteranno con il loro simbolo alle consultazioni elettorali della città di Cagliari e, sperando nella vittoria, inseriranno l’uso del sistema nello Statuto Comunale che prevederà anche le consultazioni di medio termine sull’operato della giunta.
In ogni caso il sistema è a disposizione di qualunque gruppo politico o associazione che volesse interrogare la popolazione sulle istanze da essi proposte.
I risultati di tutte le votazioni saranno resi pubblici dal portale internet di Demodiretta così come le argomentazioni o le tecniche a favore o contro determinati quesiti.
D’ora in poi sarà possibile sapere cosa pensano davvero i Sardi e gli Italiani, ma anche – ad esempio – che cosa ne pensi il popolo Colombiano sugli accordi di pace all’Havana.
Di Tutto e di Più, senza possibilità di errore, senza possibilità di Imbroglio.
Con Demodiretta finirà l’era dei sondaggi a campione realizzati ad uso e consumo del committente …. per saperne di più > DEMODIRETTA
Commenti recenti