All’inaugurazione di una vecchia fabbrica, ristrutturata dall’Amministrazione comunale, la banda non ha potuto suonare l’Inno di Mameli. Una scelta? Niente affatto, la richiesta, anzi l’ordine, è arrivato con una lettera formale inviata al presidente del Corpo musicale dalla segreteria del primo cittadino di Martinengo Paolo Nozza, avvocato alla guida del Comune della Bassa Bergamasca.
Niente inno d’Italia, dunque, per l’inaugurazione dell’antico Filandone, corpo di fabbrica del 1870, nel quale anche Ermanno Olmi girò alcune scene dell’albero degli zoccoli. «Si tratta di un equivoco – si è giustificato stamattina il sindaco Nozza -. La lettera partita dalla segreteria è stata scritta male, io volevo portare rispetto ai simboli istituzionali. Anche se ho le mie idee sull’inno di Mameli».
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